Berlusconi: non mi dimetto!
Il presidente del consiglio, nonostante la situazione complessa e logorante che pesa sul governo, sulla sua maggioranza e soprattutto sull’Italia tutta, è pienamente deciso ad andare avanti e ad ignorare tutte le voci che gli chiederebbero invece di farsi da parte, sia quelle interne al partito, sia quelle delle stampa internazionale.
«Mi spiace di deludere i nostalgici della Prima Repubblica, quando i governi duravano in media 11 mesi, ma la responsabilità nei confronti degli elettori e del Paese impongono a noi e al nostro Governo di continuare nella battaglia di civiltà che stiamo conducendo in questo difficile momento di crisi». Così Il Premier Silvio Berlusconi ieri ha fatto sapere in una nota.
Per il ministro Calderoli, invece, avallare l’ipotesi di una maggioranza allargata equivale ad un colpo di stato.
Dello stesso parere Angelino Alfano che, intervistato dall’Ansa, fa sapere che attualmente il Premier sta elaborando il processo di avanzamento delle misure indicate al G20 e «di conseguenza non si pone alcun problema di dimissioni, ma piuttosto quello di una riflessione da fare nei prossimi giorni sulla condotta politica da scegliere per favorire il più vasto concorso possibile di forze politiche e sociali» proprio per reagire alla crisi. E continua dicendo che la attuale situazione parlamentare e politica, riferendosi soprattutto al voto di martedì prossimo sul rendiconto dello stato, è stata attentamente analizzata.
Questo è il Berlusconi del dopo G20 e dopo l’umiliazione del commissariamento, per usare le parole della Camusso. Un controllo del FMI che solo formalmente è stato chiesto dal Premier, ma che nella sostanza è stato obbligato dai vertici dell’UE assieme ad un controllo più serrato della Commissione Europea.
Si aspetta di vedere se Martedì la maggioranza avrà ancora i numeri per sostenere il Presidente del Consiglio, o se si apriranno nuovi scenari: maggioranza allargata o elezioni anticipate.
L’Italia nel frattempo resta una “sorvegliata speciale“.