Sono stati minuti di angoscia nel Nord-Est dell’Italia ieri alle ore 6.13: una scossa di magnitudo 4.2 Richter è stata registrata dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia con epicentro tra Avio, Ala e Malcenise, nel veronese. La scossa è stata sentita nelle provincie di Vicenza, Padova, Venezia, Rovigo, Treviso, Belluno e Bolzano. Sono arrivate più di 500 segnalazioni ai centralini dei Vigili del Fuoco da parte della popolazione; tutto è accaduto a un anno esatto dalla grande alluvione che ha messo in ginocchio la pianura veneta, con Vicenza finita sotto l’acqua e il fango, a poche ore dai disastri che hanno colpito la Liguria, per pochi ma interminabili secondi ieri mattina decine di migliaia di persone hanno pensato che fosse in arrivo un’altra tragedia. E il pensiero dei più anziani è andato subito a quel 6 maggio del 1976, quando il Friuli venne distrutto da un sisma terrificante.
La Protezione Civile e il Corpo dei Vigili del Fuoco stanno eseguendo verifiche con i sindaci della zona ma per ora non sono stati rilevati danni nelle strutture pubbliche, eccetto qualche crepa a livello di intonaco e danni rilevanti nella Chiesa di San Nicolò. I vigili del fuoco hanno spiegato che “La struttura ha subito lesioni pericolose, quindi stiamo facendo le procedure per chiuderla”. Un pò di lavoro per i vigili del fuoco ci sarà anche per la chiesa di Molina di Ledro, dove alcuni ornamenti esterni, come la croce e qualche marmo risultano pericolanti.
Verranno effettuate verifiche per constatare danni anche negli edifici privati.
Luca Zaia, leghista e presidente della Regione Veneto ha dichiarato: “Il nostro sistema di Protezione civile è attivo dalle 6.15 per affrontare le eventuali problematiche che derivassero dal terremoto, coadiuvato anche da numerosi volontari, che ringrazio per il loro grande impegno. Lo stato di allerta dei nostri uomini proseguirà per tutto il tempo necessario“.
Fortunatamente non sono state necessarie abilitazioni particolari.
Riccardo Formisano