Oggi in Parlamento si vota la fiducia per l’esecutivo. Il premieri Berlusconi ha più volte ripetuto che se non ci dovessero essere i numeri per andare avati si andrà al voto anticipato. Ma la tensione del Presidente del Consiglio e le preoccupazioni all’interno del Pdl salgono, nonstante i frondisti abbiano inviato segnali rassicuranti di pace, poiché si teme comunque un colpo basso o una fiducia risicata che non rientrerebbe nei requisiti richiesti da Napolitano.
Ecco perché nel pomeriggio il premier parteciperà ad una serie di riunioni e trattative.
Ed è proprio Berlusconi il primo a cercare di evitare emorragie nella maggioranza, chiamando a sé ad uno ad uno i cosiddetti potenziali frondisti e mostrando loro le conseguenza di una eventuale crisi di governo. Il premier avrebbe detto loro di “non fare passi indietro: piuttosto votatemi la sfiducia, perche’ altrimenti io non me ne vado”. Sarebbe stato questo sostanzialmente il ragionamento fatto. Inoltre, smentisce qualunque tipo di trattativa con Scajola, che considera un “amico”.
Un’altra preoccupazione pressante è quella che ruota intorno al Ministro del Tesoro Tremonti, per colpa di tutti i malumori intorno alla sua persona provenienti da un nutrito gruppo di parlamentari e ministri. Molti di questi ultimi sono pronti a muoversi contro Tremonti e la sua legge di stabilità poiché all’interno del testo sono presenti tagli ai ministeri, decisi da Tremonti stesso senza consultare i diretti interessati.
Per quanto riguarda le opposizioni, Bersani attacca il premieri dichiarando che “Berlusconi ha fatto un discorso sul piano politico penoso”, mentre Pier Ferdinando Casini propoone l’ipotesi di un governo di responsabilità nazionale. Ma, se ciò non fosse possibile , “allora ben vengano le elezioni, che sono sempre un fatto democratico”.