La Rena, una nave di 236 metri e di oltre 47 mila tonnellate di stazza, incagliatasi il 10 ottobre nella barriera corallina nella Bay of Plenty della Nuova Zelanda ha già disperso in mare almeno 350 tonnellate di petrolio delle cicra 1700 che ci sono all’interno dei suoi serbatoi. La situazione è molto complicata per i soccorritori perchè metà della prua è completamente incastrata nei banchi corallini, la poppa è sommersa a più di 90 metri di profondità e l’inclinazione dello scafo è arrivata a 22 gradi. Gli esperti, che si sono calati sulla nave con un elicottero, cercheranno di recuperare la parte restante di petrolio prima che il disastro si aggravi ancor di più.
Sono centinaia gli operatoti del soccorso ambientale in tuta bianca, per la maggior parte militari, che lavorano senza sosta nel tentativo di ripulire le spiaggie prossime alla nave. Il bilancio è già molto negativo, oltre 1000 sono gli uccelli morti appartenti a specie rare, molti altri stanno annegando perchè appesantiti dalla melma nera o comunque muoiono di freddo dopo che il petrolio ha sciolto il loro strato impermeabile. Purtroppo ,oltre al petrolio, si sono riversate in mare anche sostanze altamente tossiche e sostanze infammiabili che rendono la situazione altamente critica.
Comandante e ufficiale in seconda, secondo la legge marittima che copre attività pericolosa che coinvolga navi o altri prodotti marittimi, sono stati incriminati e arrestati davanti a un tribunale di Tauranga, nella regione di Bay of Plenty, ma rischiano al massimo 12 mesi di carcere e una multa pari a 5700 euro. Il premier John Key e tutto il governo vogliono subito sapere come è potuto accadere che la nave si possa essere incagliata in una barriera corallina ben indicata sulle carte nautiche ed inoltre con il mare calmo. Gli armatori greci della Costamare Shipping hanno presentato profonde scuse e hanno assicurato che collaboreranno pienamente con le autorità perstabilire cause e responsabilità dell’incidente.