Sissy Liguori, studentessa napoletana di 22 anni dell’Università l’Orientale di Napoli, è stata l’unica deceduta italiana nel terribile incidente ferroviario di Wengzhu in Cina, dove si trovava per aver vinto una borsa di studio. Questo incidente è ritenuto uno dei più discussi e gravi della storia cinese, e ufficialmente sono state coinvolte ufficialmente 43 persone. Ma, da molti mesi, si parla sempre più di 300 vittime, i cui corpi sarebbero stati fatti sparire per non inquinare l’immagine di iperefficienza del paese asiatico. Inoltre, non è mai stata chiarita la dinamica dell’incidente.
E’ di ieri la fortissima denuncia del padre di Sissy ad Articolo 43:
“Qualcuno me lo deve spiegare, come è stato possibile che lasciassero per 20 minuti un treno fermo su un binario su cui ne stava arrivando un altro a 400 chilometri all’ora? Questo è un incidente causato dall’incuria, non una fatalità. È un omicidio di Stato di cui nessuno vuole parlare. Se faccio questo casino non è per me: nostra figlia non ce la ridà più nessuno. Ma la violenza alla quale ci hanno costretto la devono conoscere tutti. Non ci hanno detto niente della tragedia sin dall’inizio: l’abbiamo scoperta dai genitori di un amico di Sissy che era in viaggio con lei. Un ragazzo italo cinese, Giovanni Pan, che si è salvato. Il nonno di Giovanni, in Cina, ha saputo dell’incidente e lo ha detto alla famiglia in Italia. Lì la violenza dei cinesi è stata terribile. Non ci volevano fare vedere Sissy. Ci hanno lasciato in attesa un’ora in un piazzale, erano spaventati della nostra reazione. Volevano tenerci lontani dal corpo e non avevano preparato nessun tipo di assistenza psicologica. Io non so se si può immaginare l’atrocità…Parlavano in una lingua che non capivamo e non ci facevano entrare. Non c’era nemmeno la prova che fosse lei, anche se in cuor suo un genitore lo sa sempre. Ma, ecco, non eravamo nemmeno certi e loro volevano passarci solo delle foto.
Ci hanno preso sottobraccio dei poliziotti non armati, delle guardie credo. Tre a me e tre a sua madre. Ci sorreggevano a forza. Nostra figlia era chiusa in una stanza ghiacciata, colma di bare sigillate con lucchetti. Ce ne saranno state almeno 50. I morti sono molti di più. Nel vagone di mia figlia c’erano 147 passeggeri e non se ne è salvato uno.Li hanno fatto sparire, ma non so dove, è quello che sto cercando di capire. Però le posso assicurare che i morti sono più di 300“.
Poi la terribile denuncia:” I corpi sono spariti perché quei treni li hanno venduti in tutto il mondo. I cinesi devono dimostrare che la loro alta velocità è la migliore del mondo. Non tollerano errori. Le dico una cosa: hanno fatto sparire anche i vagoni deragliati, pur di nasconderli agli sguardi. La sera sono arrivate delle troupe della Cnn, perché c’erano anche due americani a bordo. E quando sono arrivati i cameraman, gli operai cinesi avevano già sepolto i vagoni sotto al ponte dal quale erano precipitati. Cancellano tutto. Prova ne sono i messaggi che mi ha mandato l’ambasciata italiana. Il console aggiunto a Shanghai, Francesco Varriale, che pure ci ha dato assistenza quando eravamo in Cina, ci ha mandato una email chiara. «Vi siamo vicini, ma teneteci lontani dai problemi: teneteci fuori dai media».Ci hanno scaricato su tutta la linea: nessuno ci ha dato una mano, o anche solo un aiuto economico. Per andare a prendere mia figlia e riportarla a casa ho speso 26 mila euro. Crede che qualcuno mi abbia dato qualcosa? La Farnesina ci ha invitato a Roma il 17 agosto: un mese dopo l’incidente. Non c’era nemmeno un funzionario dentro il ministero, solo la segretaria. Ancora oggi, nessuno mi sta aiutando, se non il mio legale. Si sono dimenticati di tutto. È per questo che noi, oggi, non ci vergogniamo di dire che non ci sentiamo italiani”.