Primo si alla Camera al Ddl intercettazioni. Non si potrà nemmeno dare notizia delle intercettazioni

In Commissione Giustizia alla Camera, il Comitato dei Nove fa passare il primo si al Ddl intercettazioni. Un si a larga maggioranza che prevede il divieto di pubblicare le intercettazioni fino al momento dell’udienza filtro. Lo scopo è quello di attendere il si definito anche dal Senato e dunque approvarlo in tempi rapidissimi.

L’opposizione già annuncia dure reazioni e Roberto Rao, dell’Udc, parla di un “sì bipartisan alla norma ammazza-blog”. Avranno obbligo di rettifica solo le testate online registrate.

La polemica insorge anche per una proposta avanzata dal deuptato Pdl Contento e che riceve parere positivo dal sottosegretario alla Giustizia Caliendo. Questa punta a inserire nella norma che prevede il carcere da sei mesi a 3 anni per i cronisti (alla riforma dell’art.617 del ddl) anche le intercettazioni considerate ”irrilevanti”. Nel testo ora in Aula, si prevede che ci sia il carcere da 6 mesi a 3 anni per chi pubblica atti di cui e’ stata ordinata la distruzione o che dovevano essere espunti.
Secondo il deputato ”e’ solo una precisazione per far capire meglio il testo. Per l’ opposizione ”e’ un inserimento pericoloso che peggiora la situazione”.

La Bongiorno critica la norma-Costa e dichiara che “comporterà che di tutte le intercettazioni successive all’udienza filtro non se ne potrà nemmeno dare notizia. Se c’e’ un’ordinanza di custodia cautelare che può arrivare anche dopo un anno di indagini e in questa ordinanza ci sono delle intercettazioni rilevanti, non solo non si potrà pubblicare il testo ma proprio non si potrà dare notizia del fatto storico di queste intercettazioni”. “In più”, aggiunge Donatella Ferranti del Pd “e’ assurdo vietare la pubblicazione delle intercettazioni contenute, ad esempio, nelle ordinanze di custodia cautelare perchè in questi casi il Gip ha già compiuto una selezione degli ‘ascolti’”.

Un altro ”piccolo passo indietro” viene compiuto approvando l’emendamento secondo cui il deposito delle intercettazioni può essere fatto davanti al Gip e non davanti al Tribunale collegiale (come previsto nel testo ora all’esame dell’Aula).Questo, però, avrà sempre il compito di autorizzare gli ‘ascolti’ e di prorogarli. Ma almeno per il deposito e la convocazione dell’udienza filtro, basterà il Gip.