Bufera alla Camera:
«Gli oroscopi non valgono più niente. Oggi non si nasce più quando si deve nascere, ma quando lo decide il medico. Infatti nessun bambino nasce più di notte né durante il week end, ma per cesareo dal martedì mattina al giovedì sera. Uno non nasce sotto il quadro astrale che hanno scelto per lui le stelle, ma sotto quello scelto dal ginecologo. Ecco perché gli oroscopi non ci pigliano più, è tutto falsato».
Così ieri Melania Rizzoli, vice presidente dell’AIL (Associazione Italiana contro le Leucemie) e deputato Pdl alla Camera, durante una seduta parlamentare.
Purtroppo per il genere umano la Rizzoli non è nuova ad affermazioni del genere, ecco quanto diceva a “Il Giornale” ad inizio 2010:
“Tra gli appassionati seguaci dell’astrologia infatti si sta verificando un fenomeno nuovo, di disattenzione, con una perdita consistente di lettori e fedelissimi perché, soprattutto tra i giovani, si sta diffondendo diffidenza, incredulità e sarcasmo nei confronti dell’oroscopo. […]
Scientificamente la colpa di tutto questo è dei medici ginecologi. Sono loro infatti che alterano e stravolgono completamente le previsioni astrologiche delle nuove generazioni e che le rendono assolutamente sballate e ridicole, tanto da provocare un disinteresse generale verso lo zodiaco da parte dei loro nati, i futuri adulti di domani.
Infatti questi medici decidendo loro, razionalmente ed egoisticamente, quando far nascere i nostri figli, secondo la loro agenda di appuntamenti, di impegni ospedalieri e di agibilità delle sale operatorie, scegliendo, influenzando e consigliando sempre più spesso alle madri il parto cesareo per una nascita che dovrebbe essere un evento naturale, determinano il fatto che nessun neonato da anni nasce più nel giorno, nell’ora e nel minuto predisposto e scritto nel proprio genetico e astrale […]“
Non è la prima volta che la stessa si fa notare per affermazioni assurde, la più famosa fu quella contro gli omosessuali:
“Chi di noi genitori non sarebbe d’accordo nell’augurarsi di avere un figlio maschio appassionato di belle ragazze invece che di gay? Chi di voi madri in gravidanza si augura di partorire un figlio omosessuale o chi di voi ha mai sentito una donna in attesa dire «speriamo che sia gay»? E quale figlio o figlia gay non ha prima provato con dolore, con disagio e con vergogna ad essere eterosessuale come tutti gli altri? E quanti dei suicidi tra gli adolescenti sono da imputare alla scoperta traumatica e spesso non accettata o rifiutata della propria omosessualità?“