“Il testo del ddl intercettazioni attualmente in Parlamento contiene, ancora, la famigerata norma “ammazza blog” che impone ai gestori di tutti i “siti informatici” l’obbligo di procedere alla rettifica di ogni contenuto pubblicato dietro semplice richiesta, poco importa se fondata o infondata, del soggetto che se ne ritiene leso”. Queste le parole di Guido Scorza, esperto di diritto e di internet, in merito al DDL sulle intercettazioni. Ad assicurare maggiormente la libertà su internet, secondo il decreto è il comma 29 dell’Articolo 3 del disegno di legge, che prevede: ” “Per i siti informatici, ivi compresi i giornali quotidiani e periodici diffusi per via telematica, le dichiarazioni o le rettifiche sono pubblicate, entro quarantotto ore dalla richiesta, con le stesse caratteristiche grafiche, la stessa metodologia di accesso al sito e la stessa visibilità della notizia cui si riferiscono”, con l’aggiunta della clausola ”senza commento”.
Il ddl è arrivato oggi alla Camera, tra mille polemiche di opposizione e maggioranza. Lo stesso Presidente del Consiglio si è così espresso: secondo lui è necessaria una “legge sulle intercettazioni per tornare ad essere un paese civile libero, oggi non lo siamo. Quando chiamate al telefono, sentite la morsa dello stato di polizia. I cittadini sentono che c’é uno Stato che non tutela più la nostra privacy”.
La norma su cui tanto si discute è proprio la disposizione per cui, letteralmente, ogni gestore di “sito informatico” ha l’obbligo di rettificare ogni contenuto pubblicato sulla base di una semplice richiesta di soggetti che si ritengano lesi dal contenuto in questione. Non c’è possibilità di replica e chi non rettifica paga fino a 12mila euro di multa.
Sui blog e i social network sono già iniziate le proteste e le raccolte di firme. Roberto Natale, Presidente della Federazione nazionale della stampa italiana, annuncia per giovedì 29 settembre una manifestazione a Piazza del Pantheon a Roma, alle 15. “Quel giorno il Governo Berlusconi riporta in aula il decreto legge sulle intercettazioni che ci scipperà del diritto di sapere, che renderà ai magistrati difficile indagare e ai giornalisti impossibile raccontare i fatti. Un’altra legge ad personam. Non se ne può più. Ogni volta che uno scandalo colpisce il Presidente del Consiglio, il Governo torna a voler limitare la libertà d’informazione. Non ce la faremo togliere, questa libertà”.
Intanto il Presidente della Camera, Fini, spera non si arrivi alla fiducia, ma c’è anche chi teme che proprio i berlusconiani potrebbero, durante il voto, boicottare il disegno e scaricare la colpa sui finiani per poi spingere il premier alla rottura.