Ieri in Cina si è verificato un grosso disastro ferroviario che ha coinvolto centinaia di persone provocando la morte di 43 di esse e ferendone oltre 200. Tra i morti, anche un’italiana.
Oggi si conoscono meglio le dinamiche dell’incidente: due treni sono deragliati dopo che uno di essi, colpito da un fulmine e rimasto senza elettricità, è rimasto fermo sui binari venendo investito da un treno che arrivava dalla direzione opposta.
L’incidente è avvenuto sulla linea ad alta velocità che collega Pechino a Shangai, nella provincia orientale di Zhejiang, vicino alla città di Wenzhou. Secondo quanto riporta il Ministero dei Trasporti, i primi due vagoni del primo treno sono caduti da un ponte ad un’altezza di 20-30 metri finendo nel fiume, mentre quattro vagoni del secondo treno sono deragliati. A bordo viaggiavano 1400 persone, 600 delle quali si trovavano nei 6 vagoni interessati dall’incidente.
I due treni, un D30 e un D3115, facevano parte della categoria D, cioè quella che comprende i treni più veloci che transitano su linee ferroviarie cinesi non progettate specificamente per l’alta velocità, con velocità media di circa 150 km all’ora e massima di oltre 250 km/h.
“Il treno ha avuto uno scossone, e tutti i bagagli sono caduti. I passeggeri gridavano e chiedevano aiuto ma nessuno del personale viaggiante ha risposto”, racconta un superstite.
Sul web, poco dopo la notizia dell’incidente, si sono succedute numerose lamentele e critiche sulle linee ad alta velocità cinesi, soprattutto sul sito di microblogging Weibo. “I treni veloci cinesi sono una schifezza! Hanno frequenti incidenti pur essendo in servizio solo da pochi anni” ha scritto un blogger. “Dovremmo imparare dal Giappone dove funzionano da molti anni senza problemi”. La linea su cui viaggiavano i due treni in questione era stata inaugurata solo il 30 giugno.
Intanto, i soldi spesi da Pechino per costruire le linee veloci ammontano a miliardi di dollari ed è in progetto anche l’ampliamento delle linee esistenti, portandole a 13 mila chilometri entro il 2012 e a 16 mila nel 2020. Nonostante ciò, negli ultimi anni sono stati diversi gli scandali che hanno investito le Ferrovie cinesi, soprattutto per casi di corruzione.