Dopo le tante minacce dei giorni scorsi, i benzinai hanno finalmente preso la loro decisione: il 27 e 28 luglio sarà indetto uno sciopero nazionale. Un piccolo assaggio si avrà già nelle giornate di oggi e domani: il 14 luglio saranno chiuse le pompe Eni/Agip dalle ore 13 e riapriranno alle ore 7 del 15 luglio.
L’iniziativa è stata presa dal coordinamento nazionale unitario della Federazione autonoma italiana benzinai Confesercenti e della Federazione gestori impianti carburanti e affini (Fegica) Cisl per rispondere al rialzo dei prezzi del carburante dovuto all’aumento dei listini delle compagnie petrolifere e delle accise. Lo sciopero sarà indetto anche per “per rispondere alla ‘blindatura’ del Governo, all’interno del decreto sulla manovra, di un articolo sulla distribuzione carburanti”.
Tutto ciò salvo eventuali revoche, come esprime il comunicato diffuso dalla Faib Confesercenti e dalla Fegica Cisl.
Nella stessa nota si legge anche che l’articolo che il Governo ha temporaneamente inserito (il 28, intitolato intitolato “Razionalizzazione della rete distributiva dei carburanti”) è finalizzato a colpire la loro categoria a solo vantaggio dei petrolieri e viene rivolto “un pressante appello, affinché l’articolo in questione venga stralciato, senza pregiudizio alcuno per la manovra finanziaria ed i conti pubblici, restituendo al Parlamento la possibilità di inserire in un provvedimento ordinario tutti gli elementi ritenuti dal confronto e dal dibattito necessari per la riforma del settore”.
Tra gli altri commi contestati, c’è quello riguardante l’apparecchiatura per il self-service (che prevede alte sanzioni per chi non si adegua) e l’applicazione, entro 120 giorni dalla conversione in legge, dei criteri di incompatibilità individuati nel decreto del 31 ottobre 2001, che impone ai comuni di chiudere gli impianti situati in “zone pedonali o a traffico limitato” “privi di sede propria” (cioè sulla strada), situati in prossimità di “biforcazioni stradali”, all’interno di curve di raggio “inferiore o uguale a metri cento” o troppo prossimi a incroci o “accessi di rilevante importanza”.
L’UP, l’unione petrolifera, non parteciperà allo sciopero di fine luglio poiché ritiene che la manovra del governo sia solo un passo in avanti verso una struttura distributiva più aderente al modello europeo, dunque anche più efficiente.
Non aderirà neanche la Figisc (Federazione italiana gestori impianti stradali carburante).