Quarant’anni fa, il 3 luglio 1971, moriva Jim Morrison. Il corpo senza vita del cantante americano fu trovato in una vasca da bagno in un appartamento in Rue de Beautrellis a Parigi. Da quel momento in poi leggende, miti e tesi complottiste riguardo la sua morte si sono moltiplicate velocemente. La versione ufficiale del referto medico parla di arresto cardiaco, anche se non fu mai fatta una’autopsia. C’è chi afferma di aver visto Morrison assumere dell’eroina nei giorni precedenti la morte, gesto che lo avrebbe condotto all’overdose. La più diffusa tra le leggende sul suo conto, però, lo vuole ancora vivo da qualche parte nel mondo e insinua che la sua morte sia stata solo uno stratagemma per sparire dalla circolazione.
Nonostante tutto, Jim Morrison è rimasto nella leggenda e nella storia della musica per tanti altri motivi. Chiamato “il poeta del sesso e della morte”, dagli anni sessanta diventò presto un’icona musicale nonché sessuale. Simbolo di ribellione e amato dalla folla, non era solo un cantante, ma un poeta ed un provocatore.
Iniziò a scrivere poesia già da molto giovane e molte di queste si sono poi trasformate in alcuni dei maggiori successi rock dei Doors.
Soprannominato il “Re Lucertola” proprio da un verso di una delle sue poesie, è posizionato al 47mo posto nella lista dei 100 migliori cantanti secondo Rolling Stone.
Oggi, a 40 anni dalla sua scomparsa, i suoi ex compagni di gruppo inizieranno un tour musicale in suo onore. Inoltre, sono previste diverse uscite discografiche e cinematografiche. Innanzitutto, la colonna sonora di “When yo’re strange”, film documentario girato da Tom Di Cillo che mostra filmati inediti dei Doors e che sarà presentato anche in Italia dopo un passaggio al Sundance Festival nel 2009.
Mentre il 5 luglio uscirà “A collection”, un cofanetto comprendente tutta la discografia del gruppo.
Vogliamo ricordarlo con uno dei suoi versi che denota anche una grande profondità d’animo:
“Un giorno anche la guerra s’inchinerà al suono di una chitarra”.