Si intensificano gli scontri in Egitto tra manifestanti e forze armate. Centro delle lotte è nuovamente Piazza Tahir, al Cairo, già luogo simbolo della sommossa anti-Mubarak.
Gli scontri sono iniziati nella notte di martedì in seguito alla notizia dell’arresto di alcuni familiari delle vittime della rivoluzione dei mesi scorsi. I manifestanti erano circa 5mila, mentre la polizia ha organizzato improvvisati servizi per stabilire l’ordine e ha reagito con lanci di lacrimogeni e caricando la folla che lanciava pietre. Secondo Al Jazeera e il giornale online Al Masry Al Youm , i parenti dei manifestanti uccisi durante la rivoluzione del 25 gennaio stavano protestando nel quartiere di Aguza e la polizia ha cercato di impedire l’organizzazione di un sit-in. In seguito, la folla si è spostata nei pressi di Piazza Tahir per protestare di fronte all’edificio del Ministero degli Interni.
Si contano circa 600 feriti attualmente.
Il Consiglio Supremo delle Forze Armate ha lanciato un comunicato su Facebook in cui dichiara che “i fatti incresciosi accaduti a Tahir da martedì sera fino all’alba di mercoledì hanno come unico obiettivo quello di sovvertire l’ordine e la sicurezza del paese”.
Gli attivisti del movimento che si oppone al potere esigono di essere ascoltati e, finchè non ci saranno segnali che il regime sarà disposto a farlo, dichiarano l’intenzione di organizzare sit-in ad oltranza a Piazza Tahir. Le accuse sono rivolte ai sostenitori del vecchio regime, rei di aver causato le violenze in seguito allo scioglimento, decretato dal Tribunale del Cairo, dei consigli municipali ancora guidati dai sostenitori di Mubarak.