Freedom Flotilla 2 salperà tra giovedì e venerdì al largo delle coste di Creta e si dirigerà verso le coste di Gaza. Dopo l’esperienza dell’anno scorso che ha provocato anche la morte di nove tra i presenti a bordo, la nave con aiuti umanitari destinati alle popolazioni di Gaza ci riprova ancora.La partenza è stata rinviata per varie settimane e ad oggi il numero dei partecipanti si è ridotto rispetto all’inizio a causa del venir meno degli attivisti turchi dell’Ihh, ma gli attivisti filo-palestinesi rimangono intenzionati a forzare il blocco navale disposto dagli israeliani.
Dal canto suo, Israele non ha intenzione di modificare il suo atteggiamento e quest’anno non si è fatta cogliere di sorpresa. Sono già iniziate le attività di esercitazione in mare che simulano il blocco delle navi e il premier Netanyahu ha dichiarato di voler “fermare con risolutezza la Freedom Flotilla 2 e agire, per quanto possibile, riducendo al minimo lo scontro con coloro che si trovano a bordo delle navi”.
Nonostante ci sia anche un percorso terrestre per poter portare aiuti umanitari a Gaza, che attraversa il valico di Rafah, passando per il porto egiziano di El Arish, gli attivisti rimangono intenzionati a forzare il blocco navale israeliano per lanciare un segnale simbolico alla Comunità Internazionale.
Non da tutte le autorità centrali, però, arrivano notizie positive. Il Segretario di Stato americano Hillary Clinton ha dichiarato che “cittadini americani che dovessero partecipare alla missione potrebbero essere detenuti al ritorno in patria”, mentre maggiori problemi giungono dalla Grecia. Dalle sue coste partiranno una dozzina di imbarcazioni della Flotilla che trasporteranno materiali da costruzione, materiali sanitari e cibo, ma l’autorità portuale greca ha posto una serie di problemi burocratici e doganali che ostacolano la partenza.
Per quanto riguarda l’Italia, il Ministro degli Esteri Frattini esprime perplessità e pensa che “Il modo migliore per portare assistenza agli abitanti di Gaza è quello di inviare gli aiuti umanitari attraverso gli appositi valichi terrestri, evitando ogni tipo di provocazione che possa avere come unico effetto l’aumento della tensione”.
Intanto, l’Associazione Italiana dei giuristi democratici si mostra molto preoccupata per eventuali nuove reazioni violente da parte delle autorità israeliane e ritiene che sia dovere delle istituzioni italiane vigilare allo scopo di non far ripetere quanto accaduto lo scorso anno, in ottemperanza degli artt. 10 e 11 della Costituzione Italiana.