E’ stato coinvolto a forza nello scandalo del calcioscommesse l’ex bomber della Lazio, Beppe Signori. Son stati 15 giorni pesanti i suoi, fatti di accuse diffamanti (infondate?), domiciliari e vergogna. Il nome dell’attaccante, sinonimo di correttezza e decoro per lunghissimi anni, è stato insudiciato da una macchia dura a morire. Oggi Beppe, a prognosi sciolta, ha preso il microfono tra le mani, gridando a voce alta la sua verità. E’ pronto a difendersi, e lo fa con tutta la voglia che ha in corpo: “E’ stato un massacro mediatico. In pochi giorni sono stati cancellati tanti anni di carriera, e non ho potuto rispondere. Si è pensato solo a denigrare, ma in questa ordinanza non compare una mia sola intercettazione, che sia una su 50mila. Facevo i segnali di fumo forse? Eppure questo non è stato riportato dai giornali. Mi chiedo il perché di tanto accanimento“.
Vistosamente provato, l’ex bomber della Nazionale si lascia andare ad un pianto liberatorio. Proprio non gli riesce trattenere le lacrime. L‘emozione sembra ingaggiare con lui un confronto, ed avere la meglio. Rinfrancato poi dall’applauso di parenti e amici, Signori riprende la parola, e racconta ai presenti l’accaduto secondo il suo punto di vista. Lo fa a partire da quel 15 marzo, giorno in cui pare che tutto ebbe inizio: “Maledetto quel dì, dove fui invitato dai miei commercialisti all’incontro con due persone (Massimo Erodiani, titolare di agenzie di scommesse e Antonio Bellavista, ex capitano del Bari) che non avevo mai visto. E’ lì che nasce tutto. Io non ho fatto altro che andare ad ascoltare, ingenuamente, scrivendo delle condizioni altrettanto ingenuamente: il famoso ‘papello’. Volevo capire a cosa serviva la mia presenza in quell’incontro. Ebbene, servivo solo da garante. Con la mia garanzia si poteva eventualmente avvicinare giocatori di Serie A. Ma io quelle due persone le ho viste in quella volta, ed è stata l’ultima. Mi han chiesto di investire soldi, ho rifiutato. Dissi di non essere interessato e di non avere le disponibilità economiche per poterlo fare“.
Signori ‘lava’ la sua immagine con sapone bello forte. Tanta è la convizione delle parole che usa. In chiusura, l’ex biancoceleste dichiara: “Sono state scritte delle falsità. Assegni? Me li hanno presi, ma tutti noi ne abbiamo a casa. Forse mi porto dietro una nomea sbagliata, ma sono uno scommettitore. Mi piace scommettere, ma solo legalmente. Queste sono le mie scommesse“.
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