L’Italia è stata investita da una nuova pioggia elettorale, forse molte le considerazioni da dover fare, altrettante le analisi ancora in corso, buttiamo giù qualche dato:
I Comuni al voto sono 1.343 su 8.092 (il 16,6%), la votazione per il comune di Gubbio (PG) è stata spostata al 22 e 23 maggio, i cittadini dei 27 comuni della Sicilia andranno a votare il 29 e 30 maggio.
Le percentuali di votanti son state:
– Provinciali: 59,62% (contro 60,88% della precedente)
– Comunali: 71,04% (contro 72,85% della precedente)
1187 i Sindaci eletti
84 i Comuni al ballottaggio
I risultati elettorali fin’ora giunti danno molto su cui riflettere. Alto, sin’ora, il vantaggio della sinistra, netto il calo di consensi del PDL. La cosa è indiscutibile.
I ballotaggi più “caldi” sin’ora son quelli di Milano e Napoli, dove si scontreranno rispettivamente Pisapia con la Moratti (MI) e De Magistris con Lettieri (NA).
Da molto su cui riflettere anche il risultato elettorale di De Magistris, che ha battuto l’avversario di stessa parte Morcone, netto il calo di consensi del PD nella cittadina partenopea, a mio avviso era prevedibile dopo i numerosi scandali della giunta Bassolino, nonostante non tutti sapessero che lo stesso Bassolino non era proprio felice della candidatura di Morcone, cosa che forse l’avrebbe favorito.
(LINK articolo su De Magistris a Napoli)
Anche a Milano la forza Berlusconiana si è arenata, metà dei consensi previsti (26.000 contro i 53.000 prospettati dal Cav.), una stangata non indifferente che porta l’uscente Letizia Moratti al 41% contro il 46% di Pisapia.
Quello che pare quantomeno assurdo, è che in queste elezioni forte sarà il contributo di forze esterne, terzo polo e Grillo.
Il terzo polo che certo non può lamentarsi del quasi 10% di Milano e Napoli, sarà il perno di queste elezioni, votazione difficile.. Fini, Casini e gli altri han già dato libertà ai propri elettori di “votare secondo coscienza”, senza alcuna indicazione di voto. Ovviamente.
L’ambiguità di questa situazione rende il tutto molto aleatorio, rischiando che si finisca per dare in mano il governo di alcune città al premio di maggioranza.