Il 9 maggio 1950, quando ancora gravava sugli animi di tutti l’ombra della Seconda Guerra Mondiale, nacque a Parigi l’Europa comunitaria.
Fu proprio in quella data che Robert Schumann, Ministro francese degli Affari Esteri, convocò la stampa nella sede del Ministero degli Esteri per la comunicazione di una importante dichiarazione :
“La pace mondiale non potrebbe essere salvaguardata senza iniziative creative all’altezza dei pericoli che ci minacciano”. “Mettendo in comune talune produzioni di base e istituendo una nuova Alta Autorità le cui decisioni saranno vincolanti per la Francia, la Germania e i paesi che vi aderiranno, saranno realizzate le prime fondamenta concrete di una federazione europea indispensabile alla salvaguardia della pace”.
Questa fondamentale proposta di mettere in comune tutte le risorse di carbone e acciaio di Francia e Germania, materie prime che all’epoca erano alle base di un qualsiasi sviluppo militare, e di gestirle tramite un’istituzione sovrannazionale poneva le basi per quella che sarebbe diventata un’Europa organizzata , composta da 27 paesi membri e all’incirca 500milioni di cittadini.
Oggi il traguardo da raggiungere è ben al di là della proposta iniziale di Schumann. Ora ciascun paese che aderisce all’Unione europea lo fa in maniera democratica adottando i valori su cui si fonda la costruzione comunitaria, e cioè valori di pace e di solidarietà fra le nazioni, di rispetto dei diritti dell’uomo e d’integrazione economica.
E in virtù di questi alti valori che bisogna adottare una politica estera che tenga conto anche dei paesi della sponda sud del Mediterraneo , che tenga conto della questione immigrazione, della crisi economica, delle condizioni di rischio delle risorse naturali ed energetiche. E qualunque decisione presa in merito a ciò e quindi una qualunque decisione per il nostro futuro non è azione che nessun paese può illudersi di compiere da solo.