Ucciso Osama Bin Laden. Blitz americano, tra dubbi e incongruenze

Il 2 maggio 2011 sarà un’altra data che rimarrà negli annali della storia: un commando Usa ha ucciso Osama Bin Laden. Terminato, per usare le parole del presidente americano Barack Obama.

Il blitz è avvenuto di notte  alle porte di Islamabad, sul compound di Abbottabad, cittadina pachistana che si presume abbia dato rifugio al terrorista islamico. Il blitz vero e proprio sarebbe durato circa quindici minuti, in un’abitazione protetta da alte mura e recinzioni e priva di collegamenti internet e telefonici. Dalle parole di un funzionario della Casa Bianca si evince che la casa di Bin Laden ha un valore di circa un milione di dollari, consta di tre piani, poche finestre e una terrazza protetta da un muro alto due metri.

Secondo la ricostruzione statunitense, il capo di Al Qaeda ha opposto resistenza, facendosi scudo con una donna, una delle sue due mogli, per cui i militari lo hanno subito ucciso. Con lui sarebbero morte altre quattro persone, tra cui uno dei figli. Il corpo è stato successivamente trasportato su una portaerei e poco dopo seppellito in mare, secondo il rispetto dei precetti islamici.

“Il mondo ora è migliore”, questa la dichiarazione di Barack Obama all’annuncio della notizia della morte di Osama. Parole che hanno dato subito il via a grandi festeggiamenti tra le strade degli Usa, soprattutto nelle vicinanze di Ground Zero.

Ma non mancano le polemiche. Innanzitutto, quelle del mondo islamico. La critica è rivolta alla decisione di seppellire il corpo del terrorista in mare. La giustificazione data dagli Usa ha rivelato che nessun paese arabo si è mostrato disponibile a seppellire il corpo nel proprio territorio.

La critica principale, però, è rivolta soprattutto dal mondo dei complottisti e dei diffidenti. C’è molta reticenza nel credere che realmente i soldati americani abbiano ucciso il leader di Al Qaeda, né le poche foto diffuse poco dopo l’uccisione sono sufficienti a fugare i dubbi. Nonostante il presidente Usa assicuri che sia stato eseguito il test del DNA, confrontato con un campione appartenente alla sorella di Osama, le incertezze permangono.

Sospetti avallati dal fatto che, poche ore dopo l’accaduto, gli esponenti di Al Qaeda nel mondo e vari gruppi fondamentalisti islamici, hanno negato che Bin Laden fosse stato ucciso nell’incursione americana. Inoltre, alcune foto diffuse dalle tv pachistane sono risultate poi false. Col susseguirsi delle conferme, però, man mano la loro negazione si è trasformata in minaccia di vendetta, rivolta soprattutto ad Usa e Pakistan.

Destano polemiche anche le modalità di uccisione del leader. Nonostante le autorità americane, per bocca del ministro della giustizia Eric Holder, dichiarino che l’operazione si è svolta nella più piena legalità e che l’uccisione sia stata legittima poiché il leader non ha accettato la resa, la figlia dodicenne di Osama si oppone affermando di aver visto i soldati giustiziare il padre con un colpo alla testa dopo la cattura. In questi termini, l’operazione si sostanzierebbe in una esecuzione.

Ciò che è certo è che né la Cia né la Casa Bianca hanno intenzione di diffondere ulteriori notizie sul blitz. Si sa solo che Bin Laden sarebbe stato trovato con 500 dollari in contanti e due numeri di cellulare cuciti nella fodera della veste, segno che fosse pronto alla fuga. Inoltre, il presidente Obama ha reso nota la decisione di non diffondere nessuna foto del corpo martoriato del terrorista, per non mettere a repentaglio la sicurezza nazionale.

La completa verità sull’accaduto, ciò che si è verificato effettivamente in quei minuti che vanno dall’inizio del blitz alla morte di Osama, rimane ancora ammantato di mistero.

È considerare anche il fatto che c’è stata una lunga serie di conferme e smentite tra governo Usa e autorità Pachistane. Inizialmente, il Segretario di Stato Hillary Clinton ha confermato esserci stata la collaborazione del governo pachistano nelle operazioni militari, mentre lo stesso governo Usa ha smentito di aver preventivamente informato il Pakistan dell’operazione. Dal canto suo, il paese asiatico nega di aver avuto un qualunque ruolo, sia nella preparazione del blitz, sia nella protezione data al leader islamico.

Intanto, in tutto il mondo le reazioni sono tra le più variegate. I cittadini Usa gioiscono, mentre non tutti i leader politici concordano nel vedere lati positivi in quanto accaduto, soprattutto nei paesi islamici. L’Iran ha chiesto agli Usa di abbandonare Iraq e Afghanistan, Hamas ha celebrato Osama definendolo un martire arabo, e varie manifestazioni contro gli americani si sono tenute in Pakistan e Afghanistan. L’Autorità Nazionale Palestinese, invece, ha dichiarato che questa uccisione consentirà la ripresa dei negoziati di pace in Cisgiordania e a Gaza.

Per quanto riguarda le borse mondiali, in un primo momento si sono registrati dati di rialzo e un rafforzamento del dollaro nei confronti dell’euro. Successivamente, si è rilevato un raffreddamento nei mercati e la ripresa dell’euro.

Una curiosità riguardante i media: nel dare la notizia dell’accaduto, i giornalisti e i cronisti, e perfino il segretario di Stato Rumsfeld, sono oggetto di un lapsus mondiale, quello Osama-Obama, per cui la decisione migliore è quella di riferirsi al lui con il nome di Bin Laden.

Ecco alcune immagini di vari notiziari incappati nell’errore

http://tv.repubblica.it/dossier/morte-bin-laden/e-un-lapsus-mondiale-meglio-chiamarlo-bin-laden/67507?video=&pagefrom=1